Le vacanze al mare sono quel particolare periodo dell’anno in cui mi soffermo a osservare i miei figli più da vicino.
Non che durante l’anno non li osservi, solo che la naturale lentezza dell’estate e il non far niente, conciliano il tutto.
In questi giorni osservo molto Chiara, il suo estraniarsi dal mondo, dalle cose che la circondano, il suo essere assorta in chissà quali pensieri, darei non so cosa per sapere cosa pensa, lei non te lo dice, non te lo sa dire, e io mi sento sempre più confusa.
I suoi fratelli sono una risorsa inestimabile, ce lo dicono tutti i medici che la vedono, però sono anche un limite alcune volte.
Ho sperato che si facesse coinvolgere dagli animatori del baby-club, ma lei vuole stare con i suoi fratelli, però non è che poi ci gioca, lei fa il bagno da sola, gioca da sola con la sabbia o con i giochi, lei sta sempre per conto suo, un po’ distante da tutti noi, però se Martina e Matteo si buttano nella mischia della baby dance allora si lancia e balla felice, altrimenti sta seduta tutto il tempo e osserva gli altri, seria e persa nei suoi pensieri.
Non è facile per me capirla, mi sembra di non impegnarmi abbastanza, di non essere abbastanza empatica nei suoi confronti.
Qui in vacanza ci sono diversi bimbi disabili, li osservo e penso che in fondo siamo fortunati, perché c’è chi sta peggio, c’è chi non parla, chi non riesce a camminare, chi è visibilmente autistico non verbale e non ti guarda mai, perso nel suo mondo parallelo.
Ieri mi ha colpito molto una bambina, 10 anni, poco più grande di Chiara, ben più grave, non parla a parte suoni poco comprensibili, però ha preso per mano sia me che Martina, come volesse venire con noi, come se capisse che in fondo noi la potevamo comprendere meglio degli altri, che poteva in qualche modo fidarsi.
Ci ripenso mentre lo sto scrivendo e mi commuovo.
Devo in qualche modo cercare di ricordarmelo nei giorni NO di Chiara, quando grida per ogni cosa, quando piange come un’ossessa anche se non è successo nulla, quando inizia a saltare come un canguro o sbattere gli oggetti in terra perché è arrabbiata, devo ricordarmelo che il bicchiere non è affatto mezzo vuoto ma mezzo pieno, e per quanto possa essere faticoso, ci sono genitori che faticano ben più di noi ogni giorno.
7 Comments
Hai ragione, sarebbe utile e doveroso ricordare che altri vivono situazioni più dure. Purtroppo, però, questo dà poco sollievo nei momenti difficili. Non solo coi figli. Quello che invece è bello, e deve darci tanta energia, è quando arriva una cosa facile, buona, finalmente fluida. Non significa illuderci che allora sarà sempre così: serve però a fare scorta di positività e a ricordarci che siamo sempre noi e che tua figlia è sempre lei, come il cielo è sempre cielo, che piova o ci sia il sole, che sia notte oppure giorno. Scusa il sentimentalismo. Ti abbraccio
Ti ringrazio per le tue dolci parole, e scusami per il lungo ritardo, una volta WordPress mi mandava le notifiche ogni volta che c’era un commento, adesso più nulla.
L’incertezza del futuro è un’incognita per tutti, ma con questi bimbi se ti metti a pensare è un qualcosa che ti toglie il fiato, per il momento ho deciso di non pensarci, magari vivo meglio, con più serenità.
Hai ragione, certe situazioni sono più aspre di altre. E non pensarci è una scelta utile, ma, sappiamo… dura poco 🙁 Forse non tutto migliorerà, e forse non come sogneremmo, ma il nostro umore e il nostro modo di vedere le cose, a parità di difficoltà, è mutevole: in certi momenti, son certa, finalmente sentirai meno pressione. E’ il nostro modo di sentire le cose che cambia. Per fortuna. Allora, lì, tiri il fiato. Hai tutta la mia stima. Un bacio
Grazie mille per aver aperto il tuo cuore e avere condiviso queste parole talmente cariche di emozioni che non sono riuscita a non commuovermi… Grazie mille!
Grazie a te per essere passata qui, per avermi dedicato un po’ del tuo tempo, e scusami per il ritardo 🙂
Francesca è paralizzante la sensazione di non riuscire a capire un figlio, dopotutto lo abbiamo portato in grembo 9 mesi, allattato e accudito. Ma sono persone che hanno il loro carattere, tutti con o senza problemi. Noi mamme siamo donne, non magiche creature capaci di chissà che poteri. Bimbi che amano stare insieme e più solitari, come lo sono i grandi. Ci sono fasi.
Grazie per aver condivo questo pensiero.
Un abbraccio.
Annalisa.
Grazie a te per essere passata nella mia casetta virtuale. Mi rendo conto che in fondo non è semplice gestire la relazione con i figli, neurotipici o neurodiversi, arriva un momento in cui ti sembra di non conoscerli nemmeno più, l’adolescenza con tutte le sue problematiche, i suoi cambiamenti, è dura con un figlio “normale” non oso immaginare come sarà con Chiara. Alle volte mi immagino il peggio, quando vedo tutto nero, quando il mio umore è sottoterra, spero di farcela, di riuscire ad affrontare qualcosa che al momento mi sembra insuperabile.