Voglio inaugurare una nuova sezione del blog, ovvero voglio parlare di mamme che ce la fanno, che riescono a realizzare i loro progetti, anche in questo momento di crisi nazionale, le mamme, lo sanno tutti, hanno una marcia in più!
Oggi vi presento Alessia Acanfora e le Think Sugar, ovvero come alle volte, da un’esperienza dura e difficile come quella di avere bimbi nati prematuri, possa nascere una grande amicizia,un nuovo hobby e perché no, un nuovo lavoro!
Alessia è una giornalista, mamma di due bambini. Quando è rimasta incinta, nel 2006, lavorava in una redazione sportiva. Durante la sua prima difficile gravidanza, terminata con un parto prematuro, non solo ha perso un lavoro che amava ma si è anche trovata a vivere un’esperienza che nessuna madre vorrebbe fare: vedere il proprio figlio in un reparto di terapia intensiva neonatale. Ma la vita a volte fa dei giri strani, e proprio in quel reparto dove il suo piccolo ha trascorso il suo primo mese di vita, ha conosciuto tante altre mamme a cui era toccata la stessa sorte. Due, in particolare, le sono rimaste nel cuore: Angela mamma di due gemelline e Paola mamma di una bimba (in questi mesi in attesa del fratellino).Quella che all’inizio era solo una conoscenza tra mamme che condividono la stessa esperienza, è diventata poi una grande amicizia.
Oggi Alessia continua a scrivere, a fare la giornalista freelance, perchè scrivere è la cosa che ama di più in assoluto. E da alcuni mesi ha intrapreso una nuova avventura.
Alessia come è nato il progetto Think Sugar?
E’ nato un pò per scherzo e un pò per gioco. Angela fra noi è quella appassionata di cucina. Prova impasti, fa il pane, i grissini, compra riviste. Io e Paola le siamo andate un pò dietro. Però la molla mi è scattata esattamente un dopo aver conosciuto Letizia Grella, cake designer che amo moltissimo. E’ stata lei a realizzare una meravigliosa torta per il battesimo di mia figlia. Una torta di tre piani, dolce e delicata come la mia pricipessa. Angela e Paola hanno iniziato a documentarsi e sono nate le prime torte, molto rudimentali.
Poi, ho fatto un corso di biscotti e cupcakes con Letizia. Abbiamo iniziato a realizzare e regalare torte, biscotti, dolcetti e ogni volta ci facevano mille complimenti. A quel punto è scattata la molla: abbiamo partecipato a qualche workshop durante l’estate e ci siamo messe all’opera cercando di conciliare tutti i nostri impegni.
Sei sempre stata un’appassionata di cucina?
Se devo dirti la verità, ripeto sempre questa frase: prima di sposarmi non sapevo neanche accendere il forno!Giocavo a calcio, andavo in moto e lavoravo insieme a tutti uomini. Ma l’amore per i dolci, specie quelli anglosassoni ce l’ho sempre avuta, fin da bambina. Semplicemente mi sono appassionata. Ho imparato sbagliando, facendo plumcake improbabili e cupcakes storti. Sono all’inizio. Ma ho tanta voglia di migliorare e imparare. Io come le mie amiche.
In questo momento anche in Italia va molto di moda il cake design, cosa ne pensi?
Penso che sia letteralmente esplosa la cake mania. Tutti vogliono imparare. E’ un’onda che va cavalcata. Nonostante la crisi si continuano a festeggiare compleanni, ci si sposa, si fanno eventi. Linfa vitale per chi fa questo mestiere. Noi siamo agli inizi, ci stiamo provando. E abbiamo qualche progetto per il nuovo anno. Ci siamo messe in gioco per realizzare un piccolo sogno.
Come fai con due bimbi, un lavoro da giornalista free lance a trovare anche il tempo per fare dolci decorati?Svelaci il tuo segreto!
Diciamo che vivo a mille all’ora come tutte le mamme. Dormo poco e concentro il mio lavoro dopo aver messo a nanna i bambini. Nel silenzio notturno della mia casa trovo la giusta concentrazione. Il resto dell’aiuto arriva dai nonni e da mio marito.
Il tuo blog si chiama Think Sugar, però non ci sono solo torte ma anche i tuoi articoli, i tuoi pensieri.
Il blog era una di quelle cose che avevo in agenda da tempo ma che non realizzavo mai, un pò per pigrizia e un pò per insicurezza. Poi, grazie a Facebook ho fatto parecchi incontri (virtuali) fortunati. Debora Cingano di mammeonline.net su tutte è stata la prima che mi ha spronato a scrivere dopo la nascita di mio figlio. Poi sono stati preziosi i consigli di Francesca Amè, giornalista e mammablogger, delle funkymamas con cui continuo a collaborare e il loro amico Giovanni dei BastianContrari che ha reso possibile la grafica,Manuela Cervetti di mammeacrobate e Barbara Siquilini e Barbara Motolese di genitorichannel. Tutte mi incitavano a scrivere qualcosa di mio. Come due amiche carissime, Francesca Barra la mia migliore amica, giornalista e scrittrice e Linda che vive a Londra, che ha suggerito il sottotitolo. Ancora è in fase embrionale, non riesco a dedicarci tutto il tempo che vorrei ma è stato importante decollare.
Per chiudere, una curiosità: a proposito del sottotitolo di Think Sugar che recita “Mamme, cupcakes e calci di rigore”, c’è un significato nascosto in questa frase?
Le mamme siamo noi tre, siamo noi mamme blogger, mamme che cercano di conciliare una vita lavorativa, spesso in proprio, con la famiglia. Siamo noi mamme che non delegano sempre ma nei limiti del possibile cercano di essere presenti ma di sentirsi soddisfatte di se stesse la notte (tardissimo) quando si stringono sotto le coperte.
I cupcakes sono i dolci. I nostri momenti zuccherosi, le torte, le facce soddisfatte delle persone quando le ricevono, oppure le bocche piene mentre le mangiano e le papille gustative gioiscono. I calci di rigore sono le difficoltà, le avversità. Le sfide. Il “ce la posso fare”. Il calcio di rigore è un giocatore, solo, contro il portiere. Con la possibilità di sbagliare che implica una momentanea sconfitta ma non il fallimento.
I miei calci di rigore – mantra sono due: uno è quello di Pasadena, quello che Roberto Baggio (che è il mio idolo più grande) sbagliò ai mondiali americani del 1994. Io quel frammento lo ricordo sempre. Perchè anche un campione può sbagliare pur essendo immenso. E l’altro è quello di Nino, della Leva calcistica della classe ’68. La canzone di De Gregori per intenderci. Quella per cui “Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore, non è mica da questi particolari che si giudica un gocatore. Un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia”.
Gustatevi queste dolci immagini… 🙂
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