Ricordi musicali dei miei dodici anni.
L’altra sera su Sky Arte, che reputo un bellissimo canale tra l’altro, trasmettevano un documentario, datato 2010, sui video musicali degli anni ’80.
Dopo aver fatto zapping qua e là ho pensato che poteva essere interessante, dopotutto negli anni 80 entravo nell’adolescenza, in pratica ho fatto un viaggio nel tempo ed ero di nuovo nella mia cameretta, circondata dai poster attaccati sulle pareti della mia stanza.
Non perdevo un numero di Cioè perché c’era il poster dei Duran Duran, dei Bon Jovi o degli A-Ah . La parete laterale del mio armadio era piena di adesivi e di norma passavo i miei pomeriggi ascoltando musica o divorando libri: ero un’accanita frequetatrice della biblioteca del mio paese.
Madonna, Cindy Lauper, Spandau Ballet, Queen, U2, Tracy Chapman e poi anche tanta musica italiana ovviamente.
Mentre l’altra sera mi sono ritrovata a canticchiare varie hit dell’epoca, meditavo su quanto sia diverso avere dodici anni adesso, ma poi se ci penso in modo più approfondito, mi rendo conto che per certi aspetti invece non ci sono poi così tante differenze.
Certo la musica di allora, come ha scritto una ragazza sulla mia pagina Facebook, era musica di sicuro senza tempo, adesso molti artisti, seppur molto amati dai giovanissimi, sono poi meteore del panorama musicale se non hanno un solido background musicale alle spalle, in un lampo arrivano al successo e con la stessa velocità poi si eclissano.
A Martina piace Katy Perry, non le piacciono Bieber o gli One Direction, ma ascolta un sacco di musica di You Tube, giovani artisti in erba che riescono pure a diventare famosi tra le quattro mura della loro cameretta.
Io ascoltavo la radio, mettevo le musicassette nel mangianastri, lei usa lo smartphone o l’IPod , usa le cuffie come me, si isola dal mondo nello stesso mio modo.
Io cerco di entrare nel suo mondo senza tanti pregiudizi, per capirla meglio, perché come genitori abbiamo il dovere di stare loro accanto nel modo giusto senza imporre loro i nostri gusti o preferenze in nessun ambito, figuriamoci se parliamo di musica.
Rimuginare sul passato non porta da nessuna parte, stare lì a dire “Prima era meglio” non arresterà il futuro, però cercare di far conoscere loro una parte del nostro passato può solo che far del bene e magari ci renderà ai loro occhi “meno vecchi” di quel che pensavano.
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